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Viti & frutticoltura in Alto Adige
I primi documenti che accennano alla frutticoltura risalgono all’epoca di Carlo Magno. Per molto tempo la mela è rimasta un lusso che soltanto i ricchi potevano permettersi.
Nel 1976 alla frutta dell’Alto Adige venne assegnato il marchio di tutela che garantisce il consumatore per la qualità del prodotto, gli agricoltori sono così soggetti a regole ferree che perseguono tutte lo stesso scopo: un’agricoltura rispettosa della natura.
La mela qui è di casa
Come zona di passaggio fra il clima mediterraneo e quello continentale dell’Europa centrale, l’Alto Adige offre condizioni climatiche per la frutticoltura tra le migliori di tutta Europa.
Anche nell’agriturismo della famiglia Tribus si coltiva la mela da sempre con molta passione, pazienza e grande sapienza per ottenere un frutto sano e buono.
Verificate voi stessi. Quando il tempo lo permette, il padrone di casa presenta la sua azienda ai propri ospiti, fornendo molte notizie interessanti intorno alla mela.
Un vino conosciuto anche oltre confine – la Schiava dell’Alto Adige o il Lago di Caldaro
“…Al piede del monte le colline sono coltivate a viti. Tra i filari lunghi e bassi sono piantati dei pali e le uve brune pendono graziosamente dall’alto, maturando al calore del terreno sottostante. Così annotò nel suo “Viaggio in Italia” Johann Wolfgang von Goethe, che oltre a grande letterato era anche un ottimo bevitore di vino, quando nel settembre del 1786 percorse la valle dell’Adige, trovandovi un territorio costellato di lunghi filari di viti. Quello che descrisse era un sistema di allevamento della vite che ancora oggi viene praticato in ampie parti della regione: la pergola.
“Vinum de Caldario”, il vino di Caldaro viene citato per la prima volta in documenti del 1220 e probabilmente si trattava di un vitigno giunto in Italia settentrionale con le invasioni longobarde: la schiava. Deve il suo nome al particolare sistema di allevamento. Questo vitigno, di buona produttività, veniva “imprigionato” ad alberi tutori così da essere “schiavo”. Nelle sue multiple sottovarietà la schiava forma la base dei più noti vini rossi Altoatesini: Caldaro o Lago di Caldaro, Santa Maddalena, Colli di Bolzano. Le attuali star dell’Alto Adige si chiamano: Lagrain, Cabernet e Merlot.
Prendetevi il tempo per visitare il Museo del Vino di Caldaro vi troverete molte interessanti notizie e curiosità sulla viticoltura locale.
…per assaporare al meglio il nostro oro rosso vi invitiamo a provare questa ricetta:
– Insalata di mele e formaggio –
Ingredienti:
200 g gruviera, 200 g mele sbucciate (ovviamente dell’Alto Adige), 30 g sedano rapa, 1 cucchiaio di Sherry, 1 cucchiaio di aceto, alcune gocce di angostura, sale e pepe, succo di limone e olio d’oliva q.b.
Preparazione:
agliare il formaggio e le mele in pezzi uguali, il sedano in strisce sottili. Condire con gli altri ingredienti e guarnire con alcuni spicchi di mela. L’insalata può essere servita con crema Chantilly o con altre salse a base di maionese.
Buon Appetito!